Mondo in versi: the poetry journalism, rubrica di Benny Nonasky.
La Storia umana è racchiudibile in pochi passaggi, brevi momenti o gesti di comando, “ciclica” come afferma Kundera, kafkiana, intrisa di dicotomie e disfunzioni biologiche, ricordi in lapide e feti in ostaggio di un peccato primordiale e perpetuato in un costante crescendo, dove “l’Assurdità regna e l’Amore perde” come scriveva Camus. […]
In questa rubrica parlo della Storia umana. Lo faccio con il verbo della poesia, il linguaggio che più mi appartiene e più mi soddisfa. Sarà una poesia di fatti, surreale, ironica, drammatica. Come il mondo. Dove l’amore è il racconto dell’odio, di quello che non si vuol vedere, dove l’estetica e la parola sono impegno e denuncia.
Diverso tempo fa ho scritto una poesia dedicata alla giornalista Anna Politkovskaja (“Cecenia”, libro Imàgenes Trasmundo per Albeggi Edizioni), uccisa nel 2006 per le sue profonde inchieste e denunce contro Putin e il suo autoritarismo.
Quella poesia era il resoconto e il riassunto di un suo libro-reportage sulla guerra che da anni la Russia combatteva contro la Cecenia (uscito in Italia nel 2003 per Fandango Editore). E’ uno straziante e potente corollario di violenze, falsità e prepotenze perpetuate dai russi sui civili ceceni.
Quella mia poesia è stata voluta per rendere omaggio ad una grande donna e alle voci da lei rese immortali e glorificate. Un’altra denuncia, questa volta in versi.
La poesia che vi propongo oggi è il “sequel” di “Cecenia”, e va ad “indagare” la nuova realtà e ciò che resta di quella antecedente, il post conflitto e le sue conseguenze.
Grozny è la capitale della Cecenia. Fu rasa al suolo due volte e per due volte fu ricostruita e resa un’illusione. Un’illusione perché le belle luci e i fantastici palazzi e piazzette sono solo una maschera per nascondere la delinquenza e la povertà – povertà di un popolo sottomesso da un governo filorusso e da decenni di bombe, estremisti, religione soffocante, Europa menefreghista.
Ad Anna.
.Grozny è figa.
Grozny si impone il futuro.
“Dobbiamo guardare avanti.”, spiega il
direttore del Museo della Storia cecena.
Kadyrov, Senior & Junior; Corso Putin.
”Padre, Figlio e Spirito Santo.”, afferma
il popolo triturato da attentati politicamente corretti.
“La nostra trinità.”
*
Grozny è figa.
Mastodontici centri commerciali, grattacieli,
un Islamismo corrotto da videoclip su MTV
e dal Grande Fratello russo;
ventiquattro ore su ventiquattro.
Grozny deve recuperare la felicità e
la modernità (globalizzazione venduta
sotto forma di t-shirt con griffe
anticapitalistiche e) edificando sontuose
ville destinate al filare artistico dei
ragni.
*
(35 mila vittime, tra cui 5 mila bambini.
Un’intera città polverizzata. Nulla,
nulla,
più nulla:
Nel nome di chi?
Di che cosa?)
*
Grozny: nuova capitale new age
del dimenticatoio generale.
I silenziatori sono appesi ai rami.
Prendi, prenditene quanti te ne necessitano.
E’ quello che tu vuoi.
(Il cemento psicologico: cinghie di trasmissione
che ammutoliscono ogni sostanza e sentimento,
colore.)